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Le donne della grafica
Si può dividere il panorama della grafica per sesso?L'unica selezione valida dovrebbe essere quella della buona grafica e infatti il libro Women of design curato da Bryony Gomez-Palacio e Armin Vit — i due fondatori del blog SpeakUp — parla di progetti grafici di qualità.
Con ciò eliminando il principale pericolo collegato alla scelta di presentare una selezione dedicata alle donne della grafica: quello di definire una sorta di "riserva" politicamente corretta, ma autoreferenziale.
Gli autori hanno cercato di dare una risposta alla domanda, che probabilmente ci siamo posti tutti, sul perché a fronte di un'ampia presenza femminile nel mondo dei graphic designer professionisti questa quasi scompaia nelle pubblicazioni, nei convegni, nell'insegnamento eccetera. Salvo spesso trovarsi a redigere con fatica liste di ospiti che accolgano almeno una certa "quota rosa".
La raccolta di un così vasto corpus grafico di designer, più o meno note, ma tutte influenti e di successo, rappresenta una dimostrazione di come spesso solo i condizionamenti culturali, evidentemente difficili da superare, ci fanno lasciare in ombra una parte del mondo del progetto che niente ha a che invidiare alla controparte maschile.
Il libro presenta i lavori di 74 designer, la maggior parte delle quali americane — solo 12 non risiedono negli States — rappresentative degli ultimi tre decenni.
Le apripista (trailblazers) sono le donne designer la cui attività progettuale, e quindi non la semplice età anagrafica, ha lasciato il segno prima o a cavallo dell'introduzione del Macintosh nel 1984 e vi sono rappresentate figure come April Greiman e Kathrine McCoy che hanno segnato visivamente gli anni '80 e un'artista molto grafica come Barbara Kruger.
Tra le esploratrici (pathfinders), per il periodo che va dalla fine degli anni '80 alla fine del secolo e in cui l'uso e la riflessione sulle nuove tecnologie ha portato a una completa ridefinizione della stessa professione del design, troviamo, fra le altre, Laurie Haycock Makela, Jessica Helfand e Hellen Lupton insieme all'italiana Paola Antonelli, direttrice del Moma.
Il nuovo millennio è invece territorio delle pioniere (groundbreakers) da Emy Franceschini a Debbie Millman, da Marcia Lausen all'olandese Irma Boom, alla francese Fanette Mellier, all'inglese Alice Rawsthorn.
Un volume che ci auguriamo possa essere di ispirazione e ulteriore elemento di motivazione per tutte le giovani studentesse e professioniste del graphic design.
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